lunedì 7 giugno 2010

IL BACIO di Francesco HAYEZ.


Nella suggestiva sede del Castello di Miramare di Trieste è visitabile dal 12 Dicembre al 15 Agosto 2010 un capolavoro del Romanticismo: Il Bacio di Francesco Hayez.
Il quadro, la cui prima versione venne realizzate nel 1859, e di cui è esposta la versione successiva di due anni dopo, rappresenta due giovani amanti colti nel tenero momento del saluto prima della separazione. Un dipinto coinvolgente, in cui il pathos, la passione, la forza amorosa sono amplificati dal contesto storico: a ridosso dell'Unità d'Italia.
L'ideale di nazione e libertà si leggono nella versione del Bacio di Hayez esposto in mostra, a partire dall'analisi cromatica delle vesti indossate dai due giovani, i cui colori riprendono quelli del tricolore.
Il connubio non raggiunto con lo spazio espositivo purtroppo ne vade ai fini della resa del capolavoro, il quale è stato racchiuso entro una struttura infelice, che blocca e impedisce il dialogo tra spazio e opera. Una scelta poco soddisfacente e piuttosto sbrigativa a mio avviso. Al di là di ciò, è indiscussa l'importanza della presenza del quadro nel Castello di Miramare, prima tappa di una mostra itinerante che toccherà diverse città fino all'arrivo nella capitale, momento culminante in occasione dei 150 anniversario dell'Unità d'Italia.

MIRO'. IL POETA DEL COLORE

Scuderie del Castello di Miramare, Trieste
15 Maggio - 7 Novembre 2010

Le Scuderie del Castello di Miramare, spazio espositivo poco considerato nella città giuliana negli ultimi anni, propone una mostra inedita sul poeta surrealista Mirò, analizzando un aspetto inedito del suo lavoro: l'illustrazione.
Le stampe d'arte e le riviste, le poesie ed i testi dei grandi scrittori suoi contemporanei, vengono trasformati dall'artista spagnolo in un linguaggio non verbale, dove il suo stile, particolarmente caro ai surrealisti in quanto evocatore della libertà stilistica tipica dei disegni dell'età infantile, affianca e sostituisce la parola.
Un aspetto profondo della personalità di Mirò, il quale smise di dipingere per un periodo per potersi dedicare interamente all'attività di illustratore.
Litografie, pochoir e acqueforti sono il risultato di questo periodo di produzione che possono essere ammirate nella mostra "Mirò. Il poeta del colore".
Ideogrammi, segni e colori accompagnano le poesie ed i testi di autori quali Jacques Prevert, portando ad un completamento formale oltre che visivo.
Una nota negativa è però riscontrabile nell'allestimento della mostra, lasciato e se stesso e poco curato: cornici storte, luci bruciate, illustrazioni staccatesi dalle pareti balzano agli occhi del visitatore anche meno esperto.
Che Trieste fosse una città poco aperta al contemporaneo è tristemente risaputo, ma che anche le poche mostre organizzate vengano allestite con leggerezza è a mio avviso una errore inaccettabile.

c.k.